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Fondatori e consiglieri di Hairlobby
mettono a disposizione la loro esperienza e
le loro competenze.

Fondatori e consiglieri di Hairlobby
mettono a disposizione la loro esperienza e le loro competenze.

Morena Rossi

Riduzione dell’Iva sui servizi manuali con adeguamento a quella di altri comparti produttivi e alle recenti Direttive dell’UE

8 Settembre 2023

Un argomento caldissimo per molti settori è quello dell’aliquota Iva. Non fa eccezione quello dei parrucchieri, che prevede l’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto ordinaria del 22%.


Come HairLobby vi ringraziamo dell’attenzione che ci state dedicando, chiedendovi di aiutarci ad ottenere su questo punto chiave l’allineamento richiestoci dalle direttive UE entro il 2024. Come avviene già peraltro in altri 12 paesi della UE, con una media di aliquota IVA per i saloni di acconciatura pari al 14,5%, con picchi minimi di Polonia e Olanda, all’8%

Molti sono i risultati ottenibili da una operazione di questo tipo, che definirei ‘azione sociale’ perché portata avanti grazie al vostro sostegno e per l’ampia portata degli effetti che scaturirebbe.



In primo luogo rendendo effettivo il riconoscimento della categoria come servizi alla persona: un cambiamento rilevante e giusto, dall’importante effetto “volano” per il rilancio dei consumi e relativo aumento del fatturato dell’intero comparto, con incrementi dei posti di lavoro e lotta efficace contro l’economia sommersa.



In secondo luogo per la percezione che ne avrebbe il consumatore: finalmente beneficiario di iniziative politiche a tutela, che gli permetterebbero di comprendere il reale valore che stanno conferendo al parrucchiere. Non dimentichiamo che in Italia già molti settori dove il contribuente finale è un soggetto privato, prevedono l’applicazione dell’aliquota agevolata IVA (al 4 o al 10%) come quello alimentare, edile, medicale e della somministrazione.

E qui permettetemi anche una brevissima nota emozionale: è molto frustrante e ingiusto -credetemi- constatare ogni giorno che … i giovani che, pur con disponibilità limitate, vengono da noi per trovare il proprio look vincente; gli anziani pensionati che spesso ritrovano il loro buonumore grazie all’ora trascorsa nei nostri saloni; le persone sofferenti o in cura che ci chiedono di farli sentire comunque in ordine… vengano poi gravati dalla stessa aliquota che ha chi compra un pacchetto di sigarette. Noi non vendiamo fumo, noi ci occupiamo di servizi per la cura dell’aspetto e dell’igiene della persona!



Ultimo effetto di questa possibile operazione – certamente non meno rilevante – la possibile riduzione, almeno parziale, dell’evasione fiscale.
Per tutti questi motivi, per trovare una linea comune che aiuti il nostro settore e anche il consumatore finale, come HairLobby chiediamo:


⁃ l’abbattimento di 12 punti percentuali dell’Iva sulla manodopera: per togliere pressione fiscale ed impatto economico al nostro listino prezzi sui servizi

⁃ la creazione di uno scontrino realmente trasparente, ove il cliente possa evincere con chiarezza immediata le tre voci: imponibile/iva/totale a pagare.

Hairlobby rimane a disposizione per ogni ulteriore informazione che faciliti e acceleri la redazione di una proposta di legge per la riduzione e l’allineamento dell’aliquota IVA.

Gino Donnarumma

Contrasto al fenomeno dell’abusivismo facilitando l’emersione degli operatori irregolari e potenziando le attività di controllo e deterrenza

8 Settembre 2023

Sono parrucchiere figlio di parrucchieri: già negli anni 70 mio padre faceva riunioni per combattere l’abusivismo, ma ad oggi le cose ancora non sono purtroppo molto cambiate…

Nel settore della bellezza il problema dell’abusivismo rappresenta da sempre una grave problematica, che rischia di ledere le tante aziende che operano invece nel rispetto delle disposizioni di legge.
Il settore del parrucchiere è uno dei più esposti – si stima infatti che il numero dei lavoratori in nero sia pari a quello di chi lavora con regolare licenza – un vero esercito di abusivi che non paga tasse e non rispetta le più elementari normative igieniche… Una situazione che lede sia i titolari di salone sia i consumatori, mai sufficientemente ed efficacemente combattuta e di fatto in aggravamento dopo le chiusure imposte dalla recente pandemia.

HairLobby – come tutto il settore – riscontra l’assenza di leggi adeguate a contrastare questa problematica e una sostanziale inefficacia dei controlli da parte delle autorità competenti sull’operato di chi agisce nell’ombra. Ben coscienti che l’atteggiamento repressivo non rappresenti la soluzione, pensiamo e chiediamo in ogni caso di contribuire a contenere il fenomeno in misura significativa attraverso l’inasprimento dei controlli e l’adeguamento delle sanzioni: le autorità competenti devono poter esercitare una sorveglianza più capillare, con maggiore libertà di attività investigativa per rintracciare e sanzionare chi viola la legge, in tema di inosservanza di norme igienico-sanitarie e ovviamente fiscali. A tal proposito riteniamo auspicabile un più pregnante utilizzo dello strumento dello “spesometro” – non applicato esclusivamente alle partite iva ma esteso anche ai privati – e l’introduzione di una sanzione comminata anche al cliente, che potrebbe avere un effetto disincentivante…

Ma – come dicevamo – la repressione da sola non basta a sconfiggere il problema del lavoro nero: è necessario un cambio di passo, di mentalità. Cambiare la prospettiva per modificare lo status quo. In particolare, consideriamo strategici, in merito, l’estensione e semplificazione dell’istituto di affitto della poltrona (molto limitato dalle attuali leggi italiane e molto in voga invece in altri paesi europei) e l’utilizzo di una flat tax che consenta agevolazioni fiscali allettanti per i primi tre anni… Come HairLobby siamo a disposizione per studiare, insieme a voi, alternative vincenti.

Roberto Troncone

Metodi di controllo degli standard formativi e appropriata certificazione dei formatori

8 Settembre 2023

La formazione! Parola importante nel mondo moderno – degli acconciatori e non solo – ma che, purtroppo, troppo spesso crea più disaccordi che accordi.

Oggi ad essere nel mirino sono i giovani, spesso accusati di “divanismo” o di mancanza di competenza. La parola più diffusa tra i titolari di salone è: i giovani non sono preparati a dovere.

Questo è uno dei fronti su cui Hairlobby intende essere fortemente attivo: occorre rivedere in tutte le scuole gli standard formativi e i meccanismi di stage.

In tre anni – allo stato dell’arte – un ragazzo inserito all’interno del salone risulta essere operativo solo in minima parte: occorre uno sforzo comune da parte dei tre grandi attori di questa scena:

– Da un lato le scuole, che devono poter contare su programmi e metodologie di studio aggiornate, adeguate all’attuale mondo del lavoro. Di maggiore concretezza ed effettiva valenza, in un’ottica già lavorativa. 

– Dall’altro i titolari di salone, che – al di là delle strette competenze professionali – devono saper trasmettere ai giovani anche tutto l’amore per questo mestiere artigiano così importante 

– E infine le istituzioni, che devono farsi parte attiva in questo processo di svecchiamento dell’apparato formativo a tutto campo, tutelando anche i giovani meno abbienti ma di talento che vogliano avvicinarsi alla professione e assicurando una effettiva parità di trattamento formativo base a livello nazionale.


Per questo, in conclusione, mi rivolgo proprio ai politici qui presenti, perché possano fortemente prendere in considerazione le istanze di Hairlobby, volte a far emergere le tante eccellenze presenti nel nostro paese. Occorre far “salire l’asticella” iniziando da chi si prende il diritto e la briga di formare questi giovani. Creando dei requisiti fondamentali da cui non si possa prescindere se ci si vuol avvalere della qualifica di formatori.


Davide Persico

Sostegno alla promozione del mestiere di acconciatore: attrattive e opportunità per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro

8 Settembre 2023

Noi abbiamo un mestiere che può esercitare tante attrattive: può permettere ai giovani di crescere facilmente, di apprendere, recarsi all’estero, realizzarsi ed essere economicamente indipendenti.
Ma occorre comunicare questa attrattiva, questa potenzialità.

E occorre farlo intercettandone la disponibilità in età scolare: a chi termina la scuola dell’obbligo occorre – insieme ad altri percorsi formativi, certo – presentare anche questa opportunità, concretamente importante. E’ quello il momento in cui possiamo illustrare, stimolare, favorire i giovani ad avvicinarsi a questo settore e anche al mondo del lavoro.

I saloni hanno bisogno di un ricambio generazionale, di forze fresche che parlino il linguaggio attuale. E i giovani sempre più vogliono un lavoro che li renda indipendenti e li soddisfi. Perché non far incontrare questa domanda/offerta che viene dai saloni e gettare le basi per quello che potrebbe rivelarsi un presupposto utile per il futuro, anche dell’imprenditoria?

Come Hairlobby – associazione di imprenditori di settore – questo ci sembra un messaggio importante da portare in una giornata come quella di oggi: abbiamo professionisti che sanno motivare e toccare le corde giuste per suscitare nelle giovani e nei giovani curiosità, attenzione e interesse. Abbiamo le potenzialità e la voglia di dare. I giovani vogliono realizzarsi, desiderano un futuro indipendente con una professione capace di esprimersi in modi sempre diversi e nuovi. Abbiamo tutti bisogno di nuove visioni

Gabrio Giunti

Creazione di un Albo Professionale che garantisca competenze e requisiti per esercitare la professione

8 Settembre 2023

Faccio questa professione da tantissimi anni e da sempre sento l’esigenza di avere un albo professionale che rappresenti la nostra categoria. 

Attraverso HairLobby abbiamo finalmente l’opportunità di far conoscere questa nostra esigenza a voi rappresentanti delle istituzioni: speriamo che questo progetto possa diventare realtà grazie alla vostra mediazione.

Le leggi dello Stato Italiano impongono l’iscrizione all’albo professionale per poter esercitare una serie di professioni, in particolare l’iscrizione all’albo è obbligatoria per quelle che sono a diretto contatto con la sicurezza e la salute del cittadino. E chi più della nostra professione espleta questo contatto?

La figura dell’acconciatore ad oggi presa in considerazione a livello normativo e sociale è ancora troppo distante dalla realtà: per questo sarebbe opportuno considerarla professione a pieno titolo creandone un albo e imponendo a tutti coloro che richiedono una licenza di parrucchiere di aver superato un esame di piena competenza professionale.  

In questo modo la clientela dei tantissimi saloni di acconciatura in Italia avrebbe la garanzia di affidarsi a professionisti sicuri, con idonee e accertate specificità professionali. Sapendo che la vigilanza operata dal Ministero di Grazia e Giustizia sugli albi professionali assicurerebbe così la tutela dei loro diritti in ambito sanitario, di aggiornamento formativo obbligatorio e rispetto delle norme deontologiche. E anche noi come categoria avremmo la certezza che chi esercita la nostra professione lo fa in pieno possesso dei requisiti di legge.

Una volta raggiunto questo obiettivo, tanto rimarrà ancora da fare.

Ad esempio potremmo ragionare sulla possibilità di scindere l’albo nelle due grandi categorie in cui si vanno distinguendo i parrucchieri: gli acconciatori di salone e l’albo degli hairstylist che esercitano la professione in studi televisivi, grandi produzioni ed eventi, con obblighi formativi differenti.

HairLobby inoltre è favorevole anche a una categorizzazione che dia ai consumatori l’immediata percezione del livello/servizi/costi del salone così come avviene per gli hotel e i ristoranti con le stelle e che potrebbe incidere nella valutazione del meccanismo di concessione delle licenze.

Tutti approfondimenti importanti, che affronteremo però una volta raggiunto il primo step: l’albo professionale degli acconciatori. Obiettivo prioritario su cui chiediamo il necessario supporto di politici e parlamentari

Alberta Balestra

Supporto alla maternità per l’imprenditoria femminile nel caso di necessaria prolungata assenza dal lavoro

8 Settembre 2023

Sono Alberta Balestra e a nome di Hairlobby sono qui per sensibilizzare su un argomento di attualità delicatissimo, mi riferisco alla gravidanza e alla maternità. Tutte le donne dovrebbero avere il diritto di poter avere un figlio, di crescerlo, di educarlo secondo la cultura di appartenenza. Le riflessioni che una donna deve fare prima di affrontare una gravidanza sono molte: il lavoro e la possibilità di poterlo continuare, lo status sociale, la composizione famigliare e tutto ciò che ne consegue.

Inoltre occorre fare un passo in più e chiedersi: le donne lavoratrici sono tutelate durante gravidanza e maternità in egual misura? La tutela della donna ‘imprenditrice’ – in questo caso parrucchiera – e la vita del nascituro sono sullo stesso piano rispetto a quella di una collaboratrice e del figlio? Purtroppo, nonostante i tanti passi avanti compiuti, anche in attuazione di alcune Direttive Europee, essere imprenditrice e madre nel nostro Paese è ancora una sfida.

C’è ancora molta strada da fare per raggiungere una reale equiparazione sotto il profilo della tutela della salute, considerando l’alta percentuale dei fattori di rischio legati alla nostra professione, che devono essere considerati in un’ottica di genere non soltanto durante la gravidanza ma anche nel periodo dell’allattamento, come quelli posturali o legati all’utilizzo ricorrente di sostanze chimiche.

I figli sono il futuro portante della nostra società. Gli aiuti possono essere molteplici e di diversa natura: fiscali, contributivi, assistenziali, affinché la disparità fra le lavoratrici e i lavoratori di vario livello venga colmata in nome di un’uguale dignità sociale.

Vi ringrazio, nella speranza che il nostro appello come HairLobby venga da voi accolto e sia l’inizio di un graduale e importante cambiamento!

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